Venerdì 6 settembre 2019 presso la casa natale di San Giuseppe Freinademetz a Oies (Val Badia), si è tenuta una cerimonia ecumenica, tappa principale del pellegrinaggio ecumenico in Italia proposto da Jun Yamada nel periodo dal 2 al 9 settembre.
Presenti alla cerimonia ecumenica, oltre al responsabile della casa natale Padre Franz Senfter, vi erano il Superiore Provinciale ITA Padre Franco Pavesi SVD, il rettore di Varone Padre Gianfranco Maronese SVD e Padre Hermann Kaiser SVD della comunità verbita di Bolzano. Ospiti di Jun Yamada anche un gruppo di pellegrini di Bressanone accompagnati dal dottor Robert Hochgruber, direttore di Hutterite Work Group.
Il 16.02.1987, all'età di 24 anni, il giovane Jun Yamada, di confessione protestante-menonita, nato nel sud del Giappone e studente presso la facoltà di storia iconografica cristiana all'Università dei Missionari Verbiti di Nagoya, venne ricoverato in ospedale perché affetto da leucemia mieloide acuta. Il 9 marzo la situazione precipitò a causa di una polmonite ed emorragia polmonare con arresto cardiaco, tanto che i medici comunicarono ai genitori che poche erano le ore di vita che rimanevano al figlio.
Il padre si rivolse al seminario dei Missionari Verbiti chiedendo al Rettore di preparare l'occorrente per celebrare il funerale.
Un missionario verbita, professore di Jun, benché pensasse che sarebbe stato impossibile chiedere una guarigione completa, iniziò una novena al Beato Giuseppe. Dopo alcuni giorni il giovane Jun iniziò a riprendersi e il 30 settembre lasciò l'ospedale completamente ristabilito.
La sua rapida, completa e duratura guarigione fu attribuita all'intercessione del Beato Giuseppe. Di questo parere sono Jun e i suoi familiari tanto che hanno voluto più tardi recarsi nella casa natale del Beato in Oies per ringraziarlo.
Il Beato Giuseppe (dal 2003 diventato Santo) come persona che ha amato la Chiesa e la Cina ha un significato per l'Asia e la Cina e con questa sua intercessione ha contribuito a far crescere il dialogo ecumenico diventando un modello di persona che intercede per gli altri senza guardare a che confessione uno appartiene.