Notizie dal mondo

 

Forza, non aver paura. E’ Dio, tuo fratello!


Carissimi confratelli, 
si dice che la festa maggiore e più solenne del calendario liturgico sia la Pasqua, ma la più bella e emozionante è senza dubbio il Natale. C’è qualcosa a Natale che tocca il nostro cuore e capta il nostro spirito. Forse perché al centro della nostra celebrazione è l Nascita di un bambino. In tutte le culture del mondo la nascita di un figlio è sempre motivo di grande gioia. Quanta maggiore gioia quando si tratta della nascita di un bambino che è Dio!

Alcuni anni fa’, durante un ritiro per studenti in una delle nostre università, una ragazza si avvicinò e mi chiese: “Come posso amare Dio? Dio è onnipotente, è creatore di tutte le cose. E io non solo altro che una povera e semplice creatura di Dio. Como posso amare Dio? Dio è grande e io sono troppo piccola. Dio è divino e io sono solo umana, forse troppo umana. Dio è santo e io sono una peccatrice. Come posso amare Dio?”

La Natività è la risposta alla domanda di quella ragazza. Dio si è fatto uomo perché noi, esseri umani, possiamo amarlo. Di si reso un bambino debole e vulnerabile nella grotta di Betlemme perché noi, i semplici, deboli e fragili esseri umani, possiamo amarlo. Dio si è fatto un piccolo bambino nelle braccia di una donna perché noi potessimo abbracciarlo e amarlo. Natale: Dio si è fatto uomo come noi. Non è necessario uscire dalla nostra umanità per poter amare Dio. Possiamo amarlo con tutto il nostro cuore umano, con le nostre emozioni umane. Possiamo abbracciarlo con le nostre braccia di carne e ossa. 

Possiamo amarlo perché egli ci ha amato per primo. Nel bambino del presepio Dio ci fatto il dono di se stesso perché ci ama. Il bambino Gesù è Dio che dice “si” a noi, al nostro mondo, a tutta l’umanità. Allo stesso tempo il bambino Gesù è pure un invito ad amare Dio e a sostenerlo con le nostre braccia. Il “si” di Dio verso di noi si rinnova in ogni bambino che nasce in questo mondo. Per questo, ogni bambino appena nato rappresenta pure un segno dell’invito di Dio per rispondere al suo amore. 

L’immagine che rimane fissa nei nostri cuori a Natale è la immagine del bambino Gesù nelle braccia di Maria, sua madre. E questa immagine è una icona della pace. Questa immagine è un antidoto contro la violenza e l’abuso di potere, è l’antidoto necessario per diffondere la pace nel mondo. Non è l’uso delle armi o la violenza che costruiranno la pace. Solamente la fragilità e la vulnerabilità espresse nell’immagine del bambino nella braccia di sua madre ci possono aiutare a costruire la vera pace. Questa immagine ci invita anche ad abbracciare le nostre sorelle e fratelli. E quando useremo le nostre mani per abbracciare gli altri, non alzeremo le armi per la violenza e la distruzione. 

La prima notte del Natale mi ricorda una giovane madre che diede alla luce un secondo figlio. Il giorno dopo, la figlia maggiore venne a visitare sua madre e il bambino appena nato. Allora la madre chiese di porre il bambinetto appena nato nelle braccia della ragazzina. Però quella vacillò, aveva paura di toccare il bambino. Allora la madre le disse per tranquillizzarla: “Forza, non devi aver paura. E’ tuo fratello!”

A Natale gli angeli ci invitano ad andare in fretta a Betlemme per incontrare il bambino adagiato nella greppia. Nella stalla di Betlemme lo vedremo con timore e rispetto. Però Maria ci invita: “Forza, non abbiate paura! E’ Dio, tuo fratello!”
Buon Natale e Felice anno Nuovo a tutti!
Fraternamente nel Verbo Divino P. Antonio M. Pernia svd 
Superiore generale 
 

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Il primo catechismo nel Pacifico

Il Vescovo Francesco Sarego della diocesi di Goroka, ci diede una breve informazione sul Catechismo per i cattolici della Papua Nuova Guinea e le isole Solomon. L’argomento era: “Il catechismo per i cattolici, il primo nel Pacifico”

Dopo la pubblicazione del Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, le diverse Conferenze Episcopali di tutto il mondo furono invitate a produrre il proprio catechismo. Qui nell’isola Papua Nuova Guinea / Solomon iniziammo a scrivere il nostro catechismo nel 1994. Essendo Presidente della Conferenza Episcopale avevo l’obbligo di smuovere le acque. All’inizio esisteva un buon gruppo di persone interessate che hanno collaborato, ma ben presto questo gruppo si rimpicciolì e negli anni, partendo dal 1997 solamente alcuni attraverso un assiduo e lodevole lavoro riuscirono a preparare il catechismo per la pubblicazione. 
Il pensiero centrale è: Cristo ci offre la pienezza della vita. L’aspetto della vita è stato scelto perché il fondamento della cultura e della visione del mondo dei nostri abitanti della Nuova Guinea è molto legato alla “vita”. Da Cristo ci proviene la pienezza della rivelazione e il suo messaggio ci è stato trasmesso attraverso gli apostoli e la Chiesa è per una accettazione e promozione della vita, sia personale che sociale. 
Sono stati necessari poi alcuni anni per ricevere il permesso dalle Congregazioni di Roma per poter stampare il catechismo. Attraverso l’aiuto finanziario di molti alla fine sono stati stampati 100.000 esemplari, 50.000 in lingua inglese e 50.000 in Tok Pidgin. Ora rimane il grande compito di aiutare i nostri cattolici a apprezzare questo strumento per una maggior conoscenza e crescita nella fede. 
In questi giorni festeggiamo i 35 anni della indipendenza del paese. Se la nazione è abbastanza matura e piena di speranza per il suo futuro, anche i cattolici hanno l’obbligo di portare nel loro tessuto sociale una conoscenza della fede e della dottrina della Chiesa, ed essere fermento e guida per un futuro sociale di giustizia e di pace. 

Mons. Francesco Sarego svd
Vescovo di Goroka
 


Intervista a P. Attilio Rossi

 A Taiwan i cattolici, l’1% della popolazione, sono solo una piccola goccia immersa nel mare molto più ampio della tradizionale religione Cinese e del Buddismo. 40-50 anni fa sono state create molte parrocchie su tutto il territorio, ed hanno avuto un periodo di relativa crescita. In seguito però, nelle zone di montagna e di campagna, le parrocchie sono andate spopolandosi, perché molti si sono trasferiti in città per cercarvi lavoro. In quelle parrocchie i cristiani sono ora pochi e per di più anziani. Si ha l’impressione di una chiesa con poca vitalità e che ha poca forza di attrazione verso i non Cristiani. In città, invece, si ritrovano quelli che hanno lasciato le campagne e c’è quindi più gente, più dinamicità, più crescita, più speranza.

E’ li che si può lavorare con più soddisfazione e dare un’immagine di una Chiesa che possa presentarsi interessante e attraente, anche in un contesto molto difficile. Nella mia parrocchia di città, ad esempio, da quando vi sono arrivato sei anni fa,ho assistito ad un lento ma progressivo aumento del numero dei fedeli. Da quando poi abbiamo inaugurato la nuova chiesa, il numero dei partecipanti alla Messa domenicale è cresciuto di un terzo e ogni giorno ci sono persone non cristiane che entrano per visitare la chiesa e qualcuna di esse è anche interessata a venire a conoscere e partecipare. Per questo credo che aiuta molto avere chiese belle e tenute bene e liturgie gioiose e ben curate. Quando uno entra in chiesa per la prima volta è importante che abbia un’impressione positiva, profonda, gioiosa, altrimenti non ritornerà una seconda volta. In Asia, i cristiani si trovano continuamente a fianco di altre persone di altre religioni, che hanno modi diversi di vivere il fatto religioso, per cui è sempre facile fare confronti e apprezzare pregi e difetti degli uni e degli altri. E’ un ambiente in cui il dialogo è molto importante. A livello dei responsabili religiosi, vengono organizzati degli incontri di dialogo interreligioso sotto forma di conferenze o iniziative varie, volte alla reciproca conoscenza e collaborazione, ma è a livello popolare che il dialogo avviene in modo più vitale, semplice e informale.

Ciò accade ogniqualvolta la gente si trova a discutere e ad affrontare i problemi della vita, e lo fa ogn’una partendo dal proprio sistema religioso di riferimento. Avviene così che le varie concezioni religiose si confrontano e si compenetrano in modo molto spontaneo e a volte inconsapevole, portando spesso a un po’ di sincretismo di idee diverse che si adattano a convivere nella testa delle persone. I Cinesi, in genere, hanno proprio questa propensione all’armonizzazione, più che alla contrapposizione, di idee e realtà diverse, a differenza di noi occidentali che preferiamo la logica, la chiarezza, che a volte diventa scontro. Il dialogo religioso si fa anche con l’aiutarsi a vicenda, indipendentemente della religione professata, nei bisogni quotidiani della vita e nei momenti più speciali, come la nascita, il matrimonio, la morte. Si aiuta chi ha bisogno, indipendentemente dal suo credo. Anche a me è capitato di ricevere aiuto in denaro, da parte di non cristiani, per la costruzione della chiesa. Ogni volta ciò mi ha un po’ stupito e spesso ho cercato di indovinare cosa possa passare per la testa di una persona che dona dei soldi per una chiesa che non è la sua e per una fede che non conosce. Probabilmente vuole semplicemente fare del bene, sapendo che il bene sarà ricompensato.

P. Attilio Rossi svd


Presentata la nuova edizione dell’Annuario Pontificio

Cattolici in aumento:

quindici milioni in più Continua la flessione delle congregazioni religione femminili, il cui baricentro di vocazioni si sposta verso l’Asia. Sono questi i dati principali riportati nell’Annuario Pontificio. È conosciuto come «il libro rosso della Chiesa», per la classica rilegatura (una tradizione ormai ultracentenaria) della copertina in tela rossa, mentre le prime tre copie destinate al Papa sono (altrettanto tradizionalmente) rilegate in pelle bianca. Il volume porta impresso sulla copertina lo stemma papale, ed è curato dall’Ufficio centrale di statistica della Chiesa; rileva ogni anno il «who’s who» della cattolicità mondiale, elencando dopo i cardinali le diverse diocesi con i relativi vescovi e registrando in modo capillare le strutture ecclesiali in ogni Continente. Secondo i dati, appunto, i battezzati dal 2008 al 2009 – anno al quale si riferiscono le cifre – sono passati da un miliardo e 166 milioni a un miliardo e 181 milioni. In termini relativi, la crescita dei cattolici si misura nell’1,3%, cioè quindici milioni di persone; una percentuale identica a quella riguardante l’aumento dei vescovi, passati nello stesso arco di tempo da 5.002 a 5.065. Il continente che più ha contribuito alla crescita dei presuli è l’Africa (+1,8%), seguito da Oceania (+1,5%), Europa (+1,3%), America (+1,2%) e Asia (+0,8%). Anche la popolazione sacerdotale, come nota un comunicato vaticano, «rimane sul trend di crescita moderata inaugurata nel 2000, dopo un lungo periodo di risultati piuttosto deludenti». Dal 2000 al 2009 il numero dei sacerdoti, sia diocesani sia religiosi, è cresciuto di un 1,34% a livello mondiale, ovvero si è passati da poco più di 405mila a circa 410mila. Focalizzandosi ulteriormente sul biennio 2008-2009, l’aumento dei sacerdoti è stato di uno 0,34%, in gran parte determinato, si rileva, dalla crescita del clero diocesano – in tutti i continenti eccetto l’Europa – mentre quello religioso «tranne che nell’Asia e nell’Africa è ovunque diminuito». Anche il numero dei candidati al sacerdozio nel mondo è cresciuto dello 0,82%, passando da 117mila a 118mila.

«Gran parte» di questo specifico aumento «è attribuibile ad Asia e Africa, con ritmi di crescita del 2,39% e del 2,20%, rispettivamente», mentre l’Europa e l’America hanno registrato nello stesso periodo «una contrazione, rispettivamente, dell’1,64% e 0,17%». Tra le altre figure pastorali si registra la crescita di oltre il 2,5% dei diaconi permanenti (dai 37.203 del 2008 ai 38.155 del 2009), soprattutto in Oceania e in Asia. Percentuale che fa parlare di «ritmi elevati» , anche perché l’aumento dei diaconi permanenti è un fenomeno vasto e generalizzato e investe tutti i continenti, a partire da quelle aree in America ed Europa dove la loro presenza è più consolidata. Aumentano «in aree dove la loro presenza è quantitativamente più rilevante». Conferma, piuttosto, per la «flessione» delle suore, passate dalle 740mila del 2008 alle 730mila del 2009.

«La crisi quindi rimane nonostante l’Africa e l’Asia, dove invece c’è un loro aumento». Il volume, che sarà messo in vendita prossimamente, come di consueto, ed è stato curato nei dettagli dalla Tipografia vaticana, si sofferma sulla distribuzione dei cattolici nei singoli continenti, che «differisce notevolmente da quella della popolazione». Nel 2009 in America è stata riscontrata la presenza della metà (49,4%) della popolazione cattolica mondiale. La restante metà è risultata distribuita tra Europa (24%), Asia (10%), Africa (15,2%) e Oceania (0,8%).

 

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